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“San Salvario da mezzanotte alle quattro”

Maggio 23, 2009

“San Salvario da mezzanotte alle quattro”,è il primo album disponibile in free download a raccontare un luogo e una scena della nuova musica cittadina. Dal 30 Maggio ’09, su torinosistemasolare.it saranno gratuitamente scaricabili le 10 tracce di Deian, Matteo Castellano, Vittorio Cane, Michele “antimusica” Cosentino e Stefano Amen, ovvero i protagonisti di una nuova “canzone” nata tra le vie e i locali del quartiere multietnico San Salvario. Un luogo che, invece di chiudersi di fronte alla paura, ha affrontato tensioni e difficoltà accendendo luci, aprendo spazi, creando presidi di vita anche durante la notte. E così facendo ha allevato i suoi poeti.

CONCERTO DI PRESENTAZIONE SAB 30 MAGGIO PARCO DEL VALENTINO (TETTO DEL FLUIDO) TORINO DALLE 17

Torino sistema solare

 

 

Artisti, organizzazioni studentesche, gestori di locali, d.j. ,musicisti, surfisti notturni, liberi danzatori, amanti della città, designer, attivisti e i ragazzi di Libera impegnati da anni contro le mafie, compongono Torino Sistema Solare, dando vita ad azioni contro le “cattive energie”.

Nucleare, petrolio, mafia e mercato delle dipendenze, razzismo, ottusità, paura, sono bersagli di comunicazioni, interamente autofinanziate e condotte mediante i nuovi linguaggi, le tecnologie e la musica: elemento centrale nella “città solare”.

Lo scopo è: riattivare connessioni e sensibilità sulle urgenze e sui temi che coinvolgono lo spazio cittadino e il mondo notturno.



GLI ARTISTI

VITTORIO CANE

è il musicista più anti-convenzionale dell’underground cittadino. Ha un cognome che nessuno facendo il suo mestiere vorrebbe ritrovarsi. Ma è raro vedere un artista seguito dall’affetto di un così vasto suolo di aficionados. Vittorio Cane è uno chansonnier piovuto dalla luna, a metà strada tra Felix the Cat e Lucio Battisti delle periferie. Esordisce nel 2000 con un primo cd autoprodotto di canzoni sgangherate, lo-fi, e loop storti mentre del 2005 è il cd Vittorio Cane. Nel frattempo molti concerti in giro per l’Italia, da solo o con la band, e così Cane arriva ad aprire anche per artisti come Remo Remoti e Arab Strap. Nel 2008 arriva il primo singolo Ci proverò feat. Mao, accompagnato da un esilarante videoclip che ha preceduto l’uscita dell’album ed è stato trasmesso da All Music ed Mtv, nonostante Cane sia un personaggio davvero atipico e fuori da ogni schema. Secondo, il nuovo album, è uscito ad Ottobre 2008, accompagnato dal singolo, Domenica, in rotazione sui principali canali musicali, una storia surreale in cui compaiono Emiliano dei Linea 77 e Mao . La chiusura del video (nella versione internet) è affidata a Remo Remotti, grande poeta che rende omaggio al “giovane” Vittorio Cane. Sono in programma l’uscita del nuovo singolo “dipendente” e un libro con la raccolta di tutti i testi e accordi con poesie inedite.

www.vittoriocane.it

www.myspace.com/vittoriocane

DEIAN

, seguito dall’immancabile clan de Lorsoglabro, è attivo da ormai quattro anni e si è fatto conoscere con il disco autoprodotto Il fantasma dell’impossibile e il più recente album omonimo. Le canzoni dell’Orso Glabro, lontane dallo stile cantautorale italiano, esplorano un mondo interiore fatto di visioni oniriche, sensazione ed esperienze filtrate da una sensibilità fuori dal comune. L’arrangiamento musicale è molto vario e trasversale (folk, rock, jazz, psichedelica) tanto che Deian, voce e chitarra del gruppo, coniando un nuovo aggettivo, parla direttamente di musica orsoglabrica.

www.myspace.com/deiansong

 

Apprezzato e seguito per l’estro delle performance dal vivo e l’incisivita dei testi MATTEO CASTELLANO è cresciuto a Fossano giocando a pallacanestro e domandosi cose inutili. Poi, a quindici anni, s’innamora gravemente e inizia a suonare la chitarra. Nel 2005 pubblica il disco I funghi velenosi titolo che fa riferimento all’inganno, allo scarto tra realtà e apparenza: “sono molte le specie di funghi che possono trarre in inganno per la bellezza del colore o il candore del gambo”. Il disco da subito suscita reazioni contrastanti. I pezzi Madrepadre e Una zitella al neon fanno scalpore e lui inizia a vivere di musica. Il giovane cantautore fonde i toni drammatici e pessimisti della sua vena creativa con l’esperienza di artista di strada nelle vie del centro di Torino. Le sue canzoni, accompagnate soltanto dalla sua chitarra, evocano suggestioni decadenti e visionarie a tratti accostabili a certa produzione di Vinicio Capossela. Il suo stile, ricco di influenze proprie della musica popolare trasportate all’interno di canali espressivi moderni, riflette una realtà cruda e sofferta, che però viene reinterpretata con un’ironia tagliente: il risultato è un campionario di ritratti umani, bizzarri e poeticamente malinconici.

www.myspace.com/matteocastellano

 

STEFANO AMEN

, cantastorie torinese dai testi al vetriolo e dal modo apparentemente scomposto di interpretare. Le canzoni sembrano eseguite in base a sensazioni estemporanee altalenanti, spesso dilatate in chiave visionaria. Come dire…ti aspetti di vedere, oltre che sentire, la scena finale. Una voce roca, talvolta stentata, talvolta dai toni bassi, impostata alla Buscaglione. Originale, coinvolge e tiene alta l’attenzione. Dichiaratamente ispirato a Bob Dylan e con riferimenti alla vecchia scena cantautoriale italiana: Gaber, Claudio Lolli, De Andrè. Con sette album autoprodotti all’attivo Stefano canta le sue storie borderline, con pochi strumenti accostati in modo sui generis, creando un racconto musicale.

www.myspace.com/stefanoamen

 

MICHELE COSENTINO

, in arte Antimusica, debutta come solista nel marzo del 2007 tra le piole e i localini di quartiere. Autore delle leggendarie Il frizzantino della piola, Ho finito la Bonza e Hanno venduto a Kaka, Antimusica è cantautore demenziale con un background a metà tra l’Elio tanto di moda del dopo-dopoFestival e gli Skiantos. Cita tra le sue fonti Remo Remotti, da cui eredita le raffinate volgarità, e Adriano Celentano, che ricorda nei movimenti pelvici e nel molleggio delle gambe, marchio di fabbrica della sua camminata.

http://www.myspace.com/antimusica

 

San Salvario da mezzanotte alle quattro

 

Un pugno di canzoni. Storte, fuori ordinanza, in circolazione per la città più grazie a internet e al passaparola di studenti, precari, amici, curiosi che in virtù di chissà quale campagna promozionale. Sono Vittorio Cane e Deian, Stefano Amen e Matteo Castellano e Michele Cosentino /Antimusica i protagonisti di un nuovo corso della creatività musicale e poetica torinese. Rappresentano un piccolo mondo di parole e suoni che si manifesta con modalità flessibili, dunque al passo con i tempi. Intercambiabili, giacché spesso uno suona a supporto dell’altro e viceversa. Un po’ bestie virtuali, perché Cane è nome d’arte e Lorsoglabro la band di Deian. Ungulati della città dal basso che ritrovano in San Salvario la tana popolare e neo cosmopolita in cui crescere.

Cane ha già scritto un centinaio di pezzi, intanto campa con lavori vari. Una galleria d’arte lo manda all’estero per trasportare allestimenti; ha fatto anche il custode di uno stabile in centro, un condominio di quattro scale il cui garage era gestito da un robot che parcheggiava le auto dei residenti. Licenziato dopo sei mesi, arrivava troppo spesso in ritardo. Lui, non il robot. Deian lavora, a volte, in una focacceria ligure del Quadrilatero. Castellano canta la sera in piazza Castello o Via Po, con la custodia della chitarra aperta per le offerte e distribuisce volantini. Antimusica fa riferimento a un bar mai mappato prima dalla creatività cittadina, la piola del Maffei; e piace molto a Remo Remotti (e a Radio DeeJay). Flessibilità è anche partire al mattino in due con un furgoncino vecchio quasi duecentocinquantamila chilometri per cantare la sera a Napoli, il giorno dopo a Roma, sulla via del ritorno a Controradio di Firenze.

Torino è ascoltata fuori, i ragazzi si stanno ricavando spazi, anche se magari arrivano nei locali all’ultimo momento per qualche panne del mezzo di trasporto, riparato al volo da un meccanico africano low cost. Le loro canzoni, del resto, vivono in simbiosi con la Torino a basso costo delle cene a casa tra studenti, degli spostamenti in bicicletta e in metropolitana, delle serate tra San Salvario e la zona di Palazzo Nuovo. Non sono testi di protesta, semmai di disagio e ironia, gaffe e disincanto; Cane è definito “il poeta delle cose semplici”, Deian è più psichedelico e non risparmia frecciate al “ragazzo con il piercing” di uno dei suoi brani.

La lista dei cantautori torinesi oggi sembra una guida del telefono, un buon centinaio è scatenato tra club e cantine. In questi casi si parla di scena. Ma sono tante scene, non bisogna cascare nella tentazione enciclopedica. Tante galassie che si sfiorano, a volte interagiscono, poi riperdono contatto. Questo è un microcosmo in cui orbitano Deian e Cane. Matteo Castellano è il genio della situazione. Con lui si vede spesso Stefano Amen, mentre il più rumoroso della ghenga è Michele Cosentino, che ha scelto il nome di battaglia di Antimusica per vocazione iconoclasta.

Alza di nuovo la testa la canzone d’autore. Anche per l’agilità, la possibilità di portare la musica in posti piccoli. Non servono furgoni, facchini, lunghi sound check. Si arriva quasi con le mani in tasca, e si suona. Come i dj, guarda caso; e sul filo che lega le snelle strutture dello chansonnier a quelle dell’elettro agitatore già si scrivono pagine importanti in Italia come in Scandinavia, a New York come a Parigi. Un terreno fertile, in buona parte ancora da seminare. Accanto al terreno, ecco il territorio, la mappa del dove e come. Primo a muoversi fu l’Artintown, poi il Velvet, che ora con Lo Sbarco, il Bibe Ron e il Circolo Sud fa microclima a San Salvario; ironia della sorte, a pochi metri da quel Tuxedo dove crebbe la locale scuola new wave. Se poi ci si dirige verso il fiume si trova il Fluido, congiunzione con il temperamento elettronico della città, quasi un ponte tra i Murazzi anni novanta e la San Salvario del terzo millennio.

Oltre San Salvario ci sono il Teatro della Caduta, a Vanchiglia, il Kalimba al Quadrilatero, il Caffè Basaglia e Spazzi, due circoli solidali nati dalle esperienze legate al disagio mentale. E il Café Liber a Borgo Dora, La Topia a Cavoretto, sempre più spesso Hiroshima Mon Amour, dove fa effetto vedere Castellano uso star dopo una settimana di live per strada.

Difficile immaginare colori, suoni e personaggi più vicini all’immaginario di Torino Sistema Solare.

Paolo Ferrari (LA STAMPA)

 

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