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Casa Del Mirto, e sei in pole position

Avevo già scritto quanto mi sta piacendo il corso di Mashhh! Records? Un motivo in più ora viene da uno dei progetti originari, Casa Del Mirto che nel suo artefice Marco Ricci è passato dal pensare ottima French house (album scaricabili tuttora) all’inserirsi con titoli nel calderone chillwave/glo-fi/drugapulco: i sette brani di “The Eternal” sono in free download da oggi sul myspace del produttore trentino.

Se prima il focus era naturalmente piazzato sul tiro (le due versioni di Nothing hold us back erano emblematiche in questo), oggi centrale diventa la melodia, il suono, il clima: niente è andato perso, tanto più che i ritmi sono sempre vivaci e profondi. Un altro talento scrive il suo nome nella mappa, andiamo a scoprirlo prima di incontrarlo magari nel live che sta preparando con un bassista…

Apre Wake up, una sveglia ancora memore di postumi French touch della notte precedente: i vestiti sono sparpagliati sul tappeto, nessuno ricorda come è tornato a casa e già il primo brano è indice di come suonerebbe questo disco se fosse un unico mix… Voodoo smile apre nuove porte alla percezione della Casa Del Mirto: italo disco classe (e che classe) 1984, orwelliana nel pretendere il dominio dell’attenzione, volutamente interlocutoria come da tradizione delle track2 ma dal giro di synth decisamente efficace, roba che Carrara e Sandy Marton si rimettono in pista per le Baleari e remixano Come with me di CEO per fare il cambio alla Casa nonostante la brusca conclusione del brano… The sun spacca, per dirla con la gioventù danzante di oggi, ma a noi vecchi fa venire in mente l’estate tutto l’anno, e all’improvviso eccola qua: un manifesto per “The eternal” che migliore non si sarebbe potuto trovare, anche la vocalità è potenzialmente presa da una b-side di Silver Pozzoli tagliuzzata in lavatrice dalle lucine di Alan Palomo (Neon Indian), e nessuno parli di fenomeno instant… Jacket & shoes è un incanto di gomma, per dirla à la Zingales, la più cantata (a chi viene in mente Gary Low? e F.R. David?) in un tripudio di royksoppate color fuxia e vacanze di Natale per Karina Huff, mentre Over suona il piano di Chopin con Gazebo, un piano per evacuare l’eccesso di glicemia e svarioni post-hipster, un riflusso ideologicamente privatista dopo la sbornia truce della fidget neopunk-core: “see the sunshine again”… Conclude True, vera filologia canaglia che ti prende proprio quando il set sta per chiudere, le luci grandi si accendono fisse, la gente resta là chiedendosi cosa fare, tra bleep fotonici -appunto- e thud moderati, sfrizz insinuati e s-ciaff che movimentano le onde. Scaricatelo e portatelo con voi, sarà il disco della vostra fine estate sul mare, il tramonto non sarà lo stesso di prima.

Casa Del Mirto – “The sun

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