Cresce a ritmo (molto) lento la ripresa economica europea

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Secondo quanto affermano gli ultimi dati elaborati dalla Commissione UE, l’indice di fiducia economica è cresciuto più delle attese a 104,9 punti dai precedenti 103,5 punti. L’indice si trova non solo al di sopra del livello pre-Brexit pari a 104,6 punti, bensì anche sui massimi da dicembre dello scorso anno. Si noti come il miglioramento di morale abbia interessato in particolare la Germania (+1,7 punti), i Paesi Bassi (+1,6 punti) e la Francia (+0,9 punti), ma sia stato percepito anche nei Paesi più periferici, con Italia, Spagna e Portogallo che hanno potuto registrare lievi aumenti (rispettivamente di 0,4 punti, 0,5 punti e 0,6 punti).

A livello di settori, si osservi come il clima nel manifatturiero sia migliorato a -1,7 punti da -4,3 punti grazie ad un recupero di attività nella maggior parte dei paesi, fatta eccezione per l’Italia. Le imprese si aspettano una crescita più sostenuta della produzione anche nei prossimi mesi visto il recupero del libro ordini domestici e all’export. La fiducia nei servizi è rimasta circa stabile e sui livelli di medio lungo termine. Anche in Germania l’indice per i servizi risulta poco mosso a differenza di quanto indicato dall’indagine IFO. Il clima nel commercio al dettaglio è migliorato di 1,6 punti a 0,5 punti, ben al di sopra della media storica. Viene altresì confermato l’ottimismo nelle costruzioni con l’indice sintetico che è salito ancora a -15 punti da -15,8 punti.

Tra le altre rilevazioni, si riporta come l’indagine della Commissione abbia segnalato un aumento delle intenzioni ad assumere nel manifatturiero, commercio al dettaglio e servizi. Sul fronte dei prezzi, l’aumento delle attese per i prossimi mesi nei servizi e industria ha compensato la lieve flessione nel commercio. Le pressione ribassiste sembrano essersi arrestate ma per il momento non vi sono indicazioni di pressioni verso l’alto. Ancora, viene evidenziato come il PMI composito sia rimasto quasi fermo dal momento che il miglioramento dell’attività nel manifatturiero è stato controbilanciato da un rallentamento nei servizi, in particolare in Germania.

Ad ogni modo, sicuramente meglio esprimere particolare cautela sull’analisi di tali dati statistici, considerando che sul trend delle indagini a settembre, e in particolare quelle nazionali, potrebbe aver pesato il confronto con il settembre 2015 mese negativo per il commercio mondiale e gli emergenti. Vedremo dunque se l’evoluzione positiva verrà o meno confermata dai prossimi dati in corso di pubblicazione.

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