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DEAD CAT IN A BAG

Aprile 30, 2009

Come per Buzz Aldrin, anche il primo ascolto del materiale appena futuro a firma Dead Cat In A Bag porta con sé un turbine di istantanee. Dalle 24 tracce su cui la band sta lavorando ne verranno estratte 15, con l’appagante cameo di Liam McKahey (ex voce fascinosa dei Cousteau) che affianca Luca “Swanz” Andriolo in alcuni pezzi. Ricchissima e fastosa la strumentazione, in parte autocostruita… più sotto la nota generale
Il disco sta per essere realizzato sotto l’occhio di Alessandro Falzone (Cottonfioc) e Marcello Caudullo, pronto per il vaglio delle indie label. SI aggiunge così all’ambiente nazionale che porta in palma di mano nomi quali Alessandro Stefana, Egle Sommacal, The Ghost of Bell Star, Those Lone Vamps, Jewels for a Caribou, Abba Zabba, The Child of a Creek, Peluqueria Hernandez…
Questo il brainbombing scaturito dai pezzi, una sorta di “tag cloud” per entrare nel loro universo di folk polveroso, national-americana
1. Last train home
origliare. la carovana riparte e si sta male

2. Wasteground of your lips
pare che la voce sia incollata sui suoni, molto pizzicata, johnny cash, patHetica. Il perpetuarsi del motivo è allucinatorio

3. Wither

l’elvis ubriaco! La canterei piangendo.

4. A rose and a knife

il borgo sonnecchia. Il mandolino è come i canarini sui rami. Presagio. Infatti incombe la suspence. La tragedia? Arriva, o viene intuita. No, no, arriva. Horror. Sta per essere uno dei dischi più evocativi ascoltati negli ultimi stracci di tempi. Perché dice e non dice. Titoli di coda, praticamente un corto.

5. The stow-away song

le strade attorno ad hazzard quando non passa nessuno. I primi coloni messicani. Voce registrata bassa. Qualcuno di loro si sposa con un’americana e fa festa. Batteria elettronica? Ma qualcosa succede a turbare l’idillio, qualche sbronza gone bad

6. The gipsy song

dici che ci voleva una pausa? Dal titolo mi aspettavo fanfare, e Fanfani… più hobo che gipsy, che poi quando spuntano gli strumenti la cosa prende sapore e viaggia da fermo. Accordeon galeotto, forse il pezzo musicalmente più ricco e controverso finora. Pur senza strafare, è una ragnatela, un bilico

7. Leapiz

pino donaggio, what a sky col carillon e un caleidoscopio. 2partimollitremolanti, “riuscirà luciano ad acciuffare lo zenit?” industriale

8. I can’t row no more

agli angoli delle strade. Gli spiccioli per il mesto treno del ritorno. E capirai in un solo momento (64 Slices Of American Cheese).finale weird, abitudine ad allungare il brodo

9. The house of the rising sun (sì, quella)

sinistri clangori. Uno screaming tree. Solitamente sono freddo sulle cover, specie quando una band ha 23 pezzi già pronti. registrata da afono, bene la fine acida

10. Lost bag

si attende una prima teatrale, anzi prova d’orchestra ad anticipare opera lirica. Ma i pipistrelli sono entrati dall’uscio. Alla fine vincono loro. Gli uccelli di Hitchcock

11. Sleeping fields

stuart staples. Bel piano. La luce non entra mai dalla finestra, forse dai lumicini del vicino cimitero. Bene quando alza la voce, ci vuole, la sveglia.

12. Dawn

daniel sentacruz ensemble. Banditi e campion(ament)i. cambio di cavalli alla posta. Heeee-ha. È finita per te, gringo. Friends of dean martinez. Burns e convertino. Parish e howe gelb. Ci avrei forse messo un testo. Bella tromba e poi a crescere tutto il resto

13. Old dog

classica. Bawlers o brawlers?

(quanti vecchi cani nelle canzoni di oggi, vedi il supremo Jason Lytle)

14. Zbohom

Varsavia by Tiersen.

Nati come un duo di post-folk intimista per evolversi successivamente in una formazione allargata che include fino a 6 persone sul palco, i Dead Cat in a Bag riattualizzano e fanno proprio il suono di un certo cantautorato notturno (Tom Waits, Nick Cave, Tindersticks, Mark Lanegan, ma anche Johnny Cash, Will Oldham, persino gli oRSo), filtrandolo attraverso una poetica e uno stile assolutamente personali. Il risultato è una musica calda e teatrale, fatta di fumo, polvere e ruggine, esplosioni noise e vagabondaggi lungo itinerari che spaziano dalla canzone d’autore francese al country americano, dal tex-mex ai sapori balcanici, dal cabaret mitteleuropeo alle fanfare mediterranee, seguendo geografie immaginarie e suggestioni quasi cinematografiche. Le serenate da sfasciacarrozze, i sogni da zingaro e le ninnananne ubriache dei Dead Cat in a Bag fanno convivere strumenti tradizionali (banjo, mandolino, dobro, lap steel, fisarmonica, armonium, violino, tromba, flicorno, vibrafono, ma anche bouzouki e balalaika) con elementi acustici inusuali (molle e lamiere assortite, “oggetti sonori” di varia derivazione, strumenti giocattolo o autocostruiti, Moog e campionamenti), e tra le loro collaborazioni e frequentazioni figurano musicisti come il minimalista Bruno Duplant (nella sua incarnazione a nome A man & a guitar) e il più celebre Liam MacKahey, indimenticabile frontman dei Cousteau, che ha prestato la sua voce ai cori e con il quale è in cantiere un progetto importante. Attualmente sono in procinto di entrare in studio con la produzione artistica di Macello Caudullo.

Data la natura di progetto aperto e multiforme, la formazione comprende musicisti dalle diverse esperienze musicali, e un line-up in continua evoluzione:

SWANZ: Voce, chitarra acustica, elettrica, resofonica e preparata, E-Bow, banjo, mandolino, armonica, melodica, melodeon, concertina, harmonium, batteria e percussioni, cookie-tin banjolaika, balalaika, corde ad archetto.ABIS: Chitarra acustica, elettrica, slide  e classica, fake-dobro, lap steel, mandolino, basso elettrico, tastiere e sintetizzatori, campioni, Moog, trattamento del suono.

LUCA IORFIDA: Piano, Fender Rhodes piano, fisarmonica, vibrafono, bouzouki, organo, sintetizzatori e strumenti MIDI, chitarra elettrica e acustica, seconde voci e cori.

ANDREA BERTOLA: Violino

DIEGO MANCA MURA: Batteria, percussioni, glockenspiel.

ANTONELLO ALOISE: Piano, harmonium, glockenspiel, melodica.

IVAN BERT: tromba, flicorno.

Altri musicisti, collaboratori e compagni di viaggio:

LIAM McKAHEY: voce

MARCO PICCIRILLO: contrabbasso

LINDA MURGIA: Cello

MARCELLO CAUDULLO: chitarre

THE ARTCHESTRA ORCHESTRA:

Lamberto Curtoni: Cello
Marco Mirta: Viola
Alberto Borio: Trombone
Maurizio Rosa: Baritone sax
Gianni Denitto: Alto sax

DEAD CAT IN A BAG

http://www.myspace.com/deadcatinabag

http://www.reverbnation.com

http://www.virb.com/deadcatinabag

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