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Penisola deserta / Eterea Post Bong Band

Giugno 16, 2009

GG Funcis rappresenta per gli Eterea, quartetto capofila del collettivo Industrialien, di prossima uscita con “Epyks” per Trovarobato.

Ci viene chiesto di scegliere i dieci dischi che porteremmo su un’isola deserta ma, prima di proseguire, vorrei fare una domanda: ma se c’è la corrente per ascoltare i dischi, allora si può anche caricare l’ iPod? Se sì, altro che dieci dischi…

1) Splatterpink – #3 (2001 / NewScientist)
Un basso tellurico si mischia ad una voce satura di buone maniere… Forse il gruppo italiano più sottovalutato di sempre, che in questo album – l’ultimo – sfoga tutta l’ira registrandola in presa diretta, creando così un muro insormontabile e cattivissimo. Ritardato è un cazzotto in bocca. Utile per la caccia nella giungla.

2) Gentleman’s Agreement – Let me be a child (2008 / Materia Principale)
Un disco fuori dal tempo e con melodie indimenticabili. Quando McPallister, l’amica che me l’ha passato, ha detto che il gruppo era di Napoli, sono sbiancato: avrei detto Parigi, Connecticut, Oslo… macchè, sono solo dei bravissimi terroni. Ascoltare Kinderdijk mi lascia sempre sensazioni fortissime. Lasciatemi essere un bambino, per favore… Da fischiettare costruendo una zattera.

3) Musica Per Bambini – M_sica (2005 / Betulla)
Al posto di scrivere cazzate, molti giornalisti dovrebbero prendere un album del genere e metterlo in copertina per sei mesi di fila, tanto per ricordarci che sono ancora vivi. Altro che indie-rock… La mia prima grattugia è davvero one step beyond. Consigliatissimo per i momenti di noia, che presumo siano tanti (a meno che non sia l’isola di Lost).

4) Eterea Post Bong Band - Epyks 1.0 (2009 / Trovarobato)
Uscirà a settembre, ma gira nel mio lettore da quasi un anno. Onestamente, non avevo ancora sentito musica del genere ed ammetto che la cosa – un po’ – mi inquieta. Non sono nella posizione di poter giudicare la validità del disco, ma posso garantire che Necrophiliac r&r resuscita i morti. Ottimo per tagliare il cocco (frase alla Escobar).

5) Elio e Le Storie Tese – Cicciput (2003 / Aspirine – Bmg)
Che isola sarebbe senza demenza? Ma – oltre a sublimi ed atroci cazzate – in questo disco ci sono melodie ed arrangiamenti di un livello così alto da fare impallidire qualunque turnista del cazzo. Litfiba tornate insieme è una hit assoluta, che cela tra le righe il segreto di questa vecchia, giovane band. Per le serate in compagnia davanti al falò, una chitarra e uno spinello.

6) Marta Sui Tubi - Muscoli e Dei (2003 / Eclectic circus – White’n'black)
Un disco fresco e piacevole. Alcune frasi si ficcano in testa e non escono più. Non è poi così difficile fare musica in italiano che sia anche interessante musicalmente, basta avere idee e personalità, che sicuramente non mancano ai Marta… Stitichezza cronica fa spanzare dalle risate, oltre ad essere una specie di manifesto del post-modernismo (sembra una cazzata, ma…). Grande sottofondo per una notte d’amore sulla spiaggia… “io non ho sentimenti… solo sensazioni”…

7) Uochi Toki  – Laze biose (2006 / Burp)
Tra tutti gli album hip hop italiani, quello che reputo più stiloso è uno di Lou X, putroppo troppo “vecchio” per essere messo in questa playlist. Però non ho ripensamenti sul migliore di questi ultimi anni. Con questo album ridi, rifletti e piangi, il tutto con graziosi aromi noise. Fai sentire I gesti di cattiveria alla tua amica animalista, lo apprezzerà molto… Fatto apposta per una jam con gli scimmioni sulle rocce.

8 ) Franco Battiato – Dieci stratagemmi 2004 / Sony)
Il vecio Franco! Anni ed anni di musica, ma la sua fonte sembra non esaurirsi mai… Stavo per scegliere “Fleurs”, ma il mio chip anti-cover è entrato in funzione. Qui dentro ci sono pezzi che scavano in profondità e gli arrangiamenti sono spesso piacevolmente azzardati. La porta dello spavento supremo è toccante, ma sotto le cascate nell’isola canterò a squarciagola Odore di polvere da sparo. In caso di incontro con indigeni del posto, offrire questo prezioso manufatto in policarbonato come dono di pace.

9) Zu – Igneo (2002 / Wallace – Wide)
Avrei potuto portare nell’isola un album qualsiasi del trio demolizioni de Roma, ma questo è il primo che ho ascoltato ed è ancora quello che ascolto con più entusiasmo. Non vorrei ripetermi ma… è scandaloso che siano praticamente più conosciuti all’estero che qua. Ricordo ancora la prima volta che sentii Solar anus dal vivo: i padiglioni auricolari mi scesero ai talloni, liquefatti. Ottimi per pulire il pesce, soprattutto se l’animale è ancora vivo e grosso qualche metro.

10) Violetta Beauregarde – Odi profanum vulgus et arceo (2006 / Temporary residence – Wide)
Ma sì, infiliamo dentro anche lei… d’altronde è finita anche al secondo posto della playlist di Beck, tanto per ribadire il concetto… La mia amica Ectopanzer dice sempre “offuscati dalla vicinanza”, citando un libro di Brizzi. E’ così. Non ci rendiamo conto di che fauna abbiamo sotto i piedi ed i lungimiranti stranieri ci portano via tutto, e fanno bene. Max Cancè & the cockring industry potrebbe essere un ottimo pezzo per cacciare la gente dalle feste. Ma funziona anche con gli orsi polari.
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