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Diverting Duo, folkpop da meditazione

Settembre 30, 2009

Mi and L’Au. Ira Kaplan e Georgia Hubley. Alan Sparhawk e Mimi Parker. David Roback e Hope Sandoval. Tra questi eccellenti punti cardinali staziona il barometro dei sardi Diverting Duo, non più acerba e acida filiazione costolare dei purtroppo quiescenti June, pronti all’uscita in questi giorni con l’album di debutto “Lover / Lover” per l’isolana Zahr Records, certamente non nuova ad exploit qualitativi (News For Lulu, Deep End, Osram, Nest, l’ultimo Brain Olotester e la coproduzione di Le Man Avec Les Lunettes) di livello internazionale.

La mia prima esperienza col duo, nell’occasione allargato in alcuni brani ad altri elementi della band d’origine, è avvenuta allo scorso Here I Stay festival, e la collocazione spaziotemporale nel tramonto in prossimità del giovane bosco fu imperfettibile, recando nell’aria tonalità vocali e strumentali color verde oliva, bigio, bistro e tutte le nuances dei francobolli d’epoca, quanto si diceva circa un decennio fa a proposito dei Galaxie 500. Ma vi è molto di personale nelle dilatazioni a volte impalpabili del progetto, una penombra che non accenna a calare, partecipata da strumenti giocattolo, organi e archi.

Se i June avevano come orizzonte le brume di Scozia e il meglio della trasversalità nazionale (…a Toys Orchestra), Sara e Gianmarco si direzionano comunque e univocamente verso l’indie americano ‘90s più riflessivo e aromatizzato, un affondare mani e piedi nelle radici come del resto hanno fatto in Scandinavia fior di autori -da José Gonzales a Victoria Bergsman- per tirarsi fuori dalle secche della consunzione di un mood abusato, senza tuttavia divertere nella canzone d’autore addobbata in arrangiamenti facili da pop universale, trovandosi pionieri in Italia nella particolare chimica che coinvolge un uomo e una donna che fanno musica assieme, da soli. Against electricity mette le cose in chiaro, la placida struttura è screziata dal coro, le Azure Ray sono a un passo; All you screamers, bell’assai, accelera quel tanto che basta per andare col pensiero alle composizioni del medesimo tipo che sono pochi anni fa trovavano spazio nel palinsesto delle radio mainstream e di Mtv, espunte in luogo di una programmazione oltre il discutibile, e pazienza se il primo impatto dice Cranberries, la traccia convince nell’ossessione sottostante. Recipe sfiora l’elettronica incupendosi, giocando col moniker si può dire che non “diverte” eppure esiste quale antitesi in blue state, fosse un vino sarebbe da meditazione… We were dreamers bagna la ninna nanna nei fiumi di una seria, sobria e adulta forma canzone appalachiana, Bunnies si apre in domotica modesta come una traccia di fine album degli Offlaga Disco Pax poi subentra Sara più bambina del solito a marcare le differenze, e la chitarra di That gold torna fondativa nel cuore del moderno scrivere e interpretare folkie, cfr. Comaneci. Il trittico conclusivo compendia una Tender light indolente e di passaggio verso Green jelly e la sua benedetta iterazione ametrica lievemente nasale a passo d’uomo con i rintocchi di chitarra che restano sospesi per aria di modo da essere assaporati uno a uno, fino al subentro di Good for a day, gocce da un rubinetto prodigo di classe, i Mùm al camposcuola, se solo esplodesse quale pioggia purificatrice dopo tante nuvole… Certo buona anche domani e dopodomani, e quando ce n’è bisogno.
Diverting Duo stanno preparando il tour (info: Headphonesman) che li vedrà protagonisti anche a Londra oltre che in continente assieme alle omologhe sorelle svedesi Piroth: fatevi sotto, c’è del merito, un bel po’!

Diverting Duo - “Recipe
(in anteprima esclusiva per Italian Embassy - courtesy Luca @ Zahr Records)

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