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Francesca Lago, down by the water

Non c’è solo Mina a mandare perle dal buen retiro helvetico. L’aggraziata Francesca Lago si è rifatta una seconda vita musicale con l’uscita di “The unicorn”, che ne ha rivelato la filigrana d’autrice efficace e interprete sobria, e tanta concretezza del savoir faire si ritrova anche nel nuovo disco “Siberian dream map” per l’etichetta ticinese On The Camper.

Il rock ritorna nei tamburi di On my way back from the Moon, nel rumore inquieto e belga di Slapstick e nelle corde di Leech, l’incanto della voce emerge in tutta la sua forza quando è chiamato a dirigere la canzone come in Do you know where to go (la Isobel di Mark Lanegan, il suo screaming tree è il greve e perfetto violoncello di Zeno Gabaglio), in Bring the noise o in Raised by the aliens, dove si allarga e distende a fisarmonica.

E la secchezza boschiva di Still before the spell è così familiare che pare di conoscerla da sempre… Francesca dismette un attimo i panni da mamma elfica per tuffarsi nel passato da “ragazza cattiva” -Treasurer the 5th in fiamme nello stomaco ma sempre con la strofa memor(izz)abile- che va in paradiso a dispetto dei santi, il suono non è mai solo tappeto nemmeno nelle tracce più posate e rarefatte (And in the evening), segno che l’intesa con la backing band travalica l’uscita come frontwoman. Sì, parlami di te, bella signora, del tuo mare nero nella notte scura.

Francesca Lago – “Still before the spell

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